Partiamo con una precisazione. FCA non ha colpa e non ha tolto i soldi agli Italiani, anzi. Forse se non ci fosse questa società che da 100 anni (con Fiat) cura gli interessi dei risparmiatori probabilmente andremmo in giro tutti con i monopattini elettrici. Molto scomodo se piove o se lavori a 30 km da casa tua. Il disonore di costruire macchine prettamente noiose e prese in giro dai vicini di casa Europei è nettamente sorpassato dall’orgoglio di fornire mezzi di trasporto seri, affidabili e duraturi a un prezzo vantaggioso per la penisola. Ma questa volta è difficile non puntare il dito.
Il bonus per le partite iva e per i dipendenti (sotto forma di cassa integrazione) a molti non è ancora arrivato, e nel frattempo, lo stato ha erogato più di 6 Miliardi di euro subito disponibili nelle case della multinazionale automotive. Speriamo almeno che questi soldi non vadano a essere spartiti con PSA, nuovo socio Francese che tutti conoscono, farebbe davvero male anche ai tifosi del calcio Nazionale.
FCA e i 6.3 miliardi: condizioni
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Le condizioni del prestito sembrerebbero essere tutte a favore di FCA. 150 milioni risparmiati da un prestito equivalente chiesto al di fuori dalla crisi. 3 anni per restituire i soldi e altre numerose clausole che alleggeriscono il carico della parola “miliardi in prestito”. Un trattamento di favore che però non è stato fatto per ingrassare le tasche dei padroni ai piani alti. Non ci saranno infatti dividendi sull’utile di questa operazione.
La mossa serve per salvare FIAT. Di fronte ai Francesi, all’Europa e al mondo cattivo che vuole portarci via la Panda. FCA ha ridotto di più dell’80% le immatricolazioni a causa del Covid. Però, il panettiere sotto casa non ha smesso di guadagnare, e dovrà comprare un’auto fra qualche anno quando la sua non potrà più circolare, e dovrà comprare una Fiat (resistente, affidabile ed economica). Per questo non può fallire. Fosse stata Aston Martin, marchio in perdita per 500 milioni di dollari o qualcosa di più, nessuno a livello statale avrebbe mosso un dito.
Decreto Rilancio in Gazzetta Ufficiale
Se siete dipendenti o aziende che aspettano i numerosi bonus promessi dallo stato, dovrete ancora attendere. Ci sono infatti dei passaggi, anche in periodo di crisi, che convergono nel calderone chiamato burocrazia. Per esempio dei numerosi passaggi di correzione e verifica di un decreto da numerosi organi statali. L’inserimento nella Gazzetta Ufficiale è previsto per la fine della penultima settimana di Maggio, solo da quel momento, si potrà pensare ai soldi sui conti.