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Bonus 600 euro respinto: non risulta essere iscritto alle gestione separara INPS (truffa di stato?)

In molti martedì 19 maggio 2020 si sono ritrovati con questa risposta da parte dell’INPS, che annunciava il bonus 600 euro respinto (quello per i lavoratori autonomi e per le partite iva).

Stato: RESPINTA

Motivazione reiezione: La prestazione non può essere riconosciuta poiché, dai dati attualmente in possesso dell’Istituto, non risulta iscritto alla gestione separata né titolare di rapporto di collaborazione coordinata e continuativa.

Qualora sia in possesso di informazioni utili in merito, entro 20 gg, può produrre alla Sede territorialmente competente la documentazione presente nella lista accessibile dal tasto “PRODUCI DOCUMENTAZIONE”.

Bonus 600 euro: truffa dello stato?

Non vogliamo accusare nessuno, ma qualche dato in questa motivazione inviata massivamente, ci fa venire il dubbio sulla veridicità della motivazione. Ecco un elenco che dovrebbe far drizzare le antenne dei “rifiutati”:

  • Massività delle risposte: fino a qualche giorno fa tutte queste domande erano in stato “in attesa”. Da un giorno all’altro, proprio il giorno in cui è stato firmato da Mattarella il decreto rilancio ed è stato inserito in gazzetta ufficiale, sono arrivate tutte le risposte. Stranamente tutte le sedi INPS comunali, regionali e delle principali città hanno risposto insieme con la stessa motivazione.
  • Co.Co.Co e iscritto alla gestione separata INPS: la natura del rifiuto, il più generico possibile, è un’altro motivo di forte dubbio sulla veridicità dello stesso. Infatti ci sono state durante l’erogazione dell’indennità numerose altre risposte al cittadino, tutte più specifiche e facili da verificare. Questa è l’unica in cui potrebbero rientrare tutti i contribuenti senza determinare un errore vizioso da parte dell’agenzia di previdenza sociale.
  • PRODUCI DOCUMENTAZIONE: sarebbe facile verificare la propria posizione fiscale INPS inviando un PDF con il tasto produci documentazione. Il problema è che il tasto ad oggi non esiste. Inoltre il limite per l’invio della contro risposta è di 20 giorni. Vogliamo scommettere che saranno proprio quelli per sviluppare il fantomatico tastino?

Vorremmo davvero essere positivi, ma questa mossa sembra pensata per mettere in difficoltà i contribuenti aventi diritto all’indennità e scoraggiarli dal richiederla. Proprio pochi giorni prima della nuova erogazione, la seconda tranche da 600 euro, del decreto rilancio. Magari un modo per mettersi il cuore in pace e poter dire pubblicamente: “Noi il nostro l’abbiamo fatto, ora non ci sono più richieste in sospeso”.

Il nostro consiglio, se ne avete il diritto, è di proseguire inviando una PEC con la documentazione relativa al vostro fascicolo previdenziale del cittadino alla sede INPS di competenza.

Alessandro Paladini

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