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Abarth 500e VS Renault 5 elettrica: perché una vende e l’altra no

Nella mia personalissima battaglia a favore delle auto elettriche, non per un’adozione massiva ma per sostituire o aiutare il termico dove è poco efficiente, mi capita spesso di scontrarmi con dure realtà. Una di queste, ormai sbandierata sui social da chiunque bazzichi nel mondo automotive, è la triste fine della Abarth 500 elettrica (e). In concomitanza, o quasi, con i preordini stellari della nuova Renault 5 elettrica che tra l’altro ho scoperto dal vivo al Salone di Ginevra 2024.

Il confronto può sembrare azzardato, anche se le auto si avvicinano molto come segmento, ma credo che una riflessione su questi due case study di vendite possano prevedere e non poco il futuro delle auto “a pile” come piace dire agli odiatori del prodotto EV. Partiamo dai dati, inconfutabili: 14 immatricolazioni nei primi due mesi dell’anno per l’Abarth 500e in Italia (circa 200 dall’apertura degli ordini); mentre per la Renault 5 elettrica 50.000 preordini dal lancio, rendendola di fatto, una delle elettriche con il maggior successo lanciate finora in Europa.

Abarth 500 elettrica: cosa c’è di sbagliato

Dire tutto mi sembrava banale, per questo, voglio soffermarmi sui punti ancora poco discussi dagli esperti di settore e dai colleghi giornalisti. In primo luogo, la storia moderna insegna, che creare un veicolo elettrico basato su una vettura termica presente in concessionario non paga la scommessa. Questo perché il confronto è ad armi impari. Anche se la versione EV racchiude maggiore tecnologia e dotazioni, la paura della batteria rimane presente e i prezzi gonfiati dallo sviluppo non fanno percepire al cliente un reale risparmio sul lungo periodo.

Prestazioni, sound e analisi di mercato

La seconda motivazione del flop, specificatamente per questo modello, è stata per me la scheda tecnica. Una normalissima 595 competizione, su un percorso misto batteva qualsiasi dato tecnico della nuova Abarth 500e. Basti pensare che per provare a “condizionare” la stampa invitata al lancio, è stato costruito un tracciato ad hoc in cui si faceva vincere a tavolino il tempo sul giro alla elettrica.

Infine, ma non per importanza, lo studio della clientela che immagino sia stato fatto da uno stagista annoiato e poco retribuito. Se si chiede ad un cliente Abarth qualsiasi cosa migliorerebbe della sua auto le risposte sarebbero tre: il sound, i cavalli e le personalizzazioni estetiche. Sono riusciti, con Abarth 500e, ad abbattere ognuno di questi capisaldi del marchio, con un suicidio assistito del modello che sarebbe stato nasato da qualsiasi partecipante ad un raduno domenicale di auto tuning.

Renault 5 elettrica: perché funziona bene

Alla presentazione ufficiale, leggendo i dati e scoprendo dal vivo questo modello, avevo già intuito un successo assicurato. La filosofia di nuova Renault 5 completamente elettrica, coincide appieno con le richieste di mercato, ma soprattutto, collima con i pilastri che un modello elettrico dovrebbe avere per entrare in listino in modo sensato.

L’esatto opposto di Abarth 500e, si presenta come un modello “utilitario” che stacca la spina all’ansia da autonomia dei clienti. Non esiste un confronto termico, se non quello della sua precedente versione uscita decenni fa dalla produzione, rendendola nuovamente unica e confrontabile soltanto con altri modelli di segmento EV. Ha un costo, per quanto si dica da chi possiede un diesel usato con 300.000 km che fa Milano-Cagliari con mezzo pieno, molto concorrenziale e offre due versioni bilanciate nelle prestazioni e nella ricarica. È iconica e soprattutto, come detto prima, possiede la grande capacità di risolvere i problemi di un cliente affezionato a Renault che la scopre per la prima volta. Tecnologia, design e versatilità della guida.

Auto elettriche ed esperimenti elettrici: con uno prendi la scossa

La speranza è che questi insuccessi di mercato, a fronte di ingenti perdite sulla progettazione e produzione dei prototipi, facciano capire davvero ai brand Europei che non ci si può inventare produttori di elettriche da un giorno all’altro. Come anche Jaguar, che sta andando ALL-IN in questi giorni chiudendo la produzione delle berline termiche, bisognerebbe riflettere sul futuro della mobilità.

Solo auto elettriche dal 2035

A questo link trovate anche tutti i brand che hanno aderito allo stop delle auto termiche entro il 2035.

Credo sia davvero inutile imporre un mercato al mercato, scusate per la storpiatura, ma più che altro andrebbe insegnato al cliente dove e perché l’elettrico può battere il termico in termini di comfort, risparmio e prestazioni. È ovvio a tutti che per il momento sostituire un diesel sulle lunghe percorrenze sia più inefficiente con una EV, ma è anche (quasi) di dominio pubblico che in città e nei percorsi misti brevi una elettrica batte a mani basse un benzina o un diesel poco aggiornato. Se poi parliamo di sportive la scelta è più difficile, nell’ultimo periodo infatti, non è raro trovare appassionati delle accelerazioni da dragster anche a costo di non sentire il rombo. Su una vettura come l’Abarth però, piccola cittadina caratterizzata dal sound e dalle prestazioni scattanti, mi dispiace, ma l’elettrico stona come il ketchup sugli spaghetti.

Se il brand capirà questo problema, si spera, interromperà o almeno ridurrà l’impatto sul listino della Abarth 600 elettrica in uscita a breve… tutto questo ovviamente, con il benestare dell’Europa.

Alessandro Paladini

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